L'ESPERTO RISPONDE

Come si diventa uno “Smart Manager”?

Per guidare il cambiamento è fondamentale avere la possibilità di scegliere tra un ampio spettro di comportamenti e stili manageriali da utilizzare, in modo flessibile e adattativo, in base alle diverse realtà di business e organizzative

Pubblicato il 10 Mag 2016

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Aiutare le imprese a capire, affrontare e gestire i progetti di Smart Working. Con questo obiettivo Emanuele Madini, Associate Partner della società di Advisory P4I – Partners4Innovation del gruppo Digital360, alla guida della Practice sullo “Smart Working & Workplace Innovation”, risponde ad alcuni quesiti raccolti dai lettori

Per fare le vostre domande scrivere a info@digital4.biz.

COME SI DIVENTA UNO “SMART MANAGER”?

Con l’introduzione dello Smart Working in azienda diventa necessario ripensare al modo di lavorare insieme agli altri e cambia anche la relazione tra capo e collaboratore.

Diventa, quindi, importante guidare e supportare i capi nel cambiamento degli stili manageriali rispetto a quattro principi di leadership, il che significa avere la possibilità di scegliere tra un più ampio spettro di comportamenti e stili manageriali da utilizzare, in modo flessibile e adattativo, in base alle diverse realtà di business e organizzative per gestire in modo efficace le proprie persone e valorizzarne le capacità.

È possibile definire quattro principi di management:

  • Sense of Community: sviluppo di un senso di appartenenza e fiducia tra le persone per supportare e promuovere l’adozione di comportamenti collaborativi attraverso l’individuazione e la partecipazione a reti sociali all’interno di team e funzioni o tra diverse società di un gruppo, coinvolgendo magari collaboratori esterni. In una condizione di Smart Working, infatti, è importante creare presupposti di fiducia e conoscenza reciproca, anche trasversalmente ai team e alle funzioni organizzative, per facilitare il coordinamento, la collaborazione e le relazioni tra le persone anche a distanza e in modo virtuale.
  • Empowerment: capacità di responsabilizzare le persone verso obiettivi personali e aziendali, in modo condiviso e partecipato, e con uno spinto orientamento al raggiungimento dei risultati e alla crescita professionale. Per superare la paura di perdita di controllo sulle persone, i manager devono imparare a responsabilizzarle, favorendo la diffusione di una cultura incentrata su delega, autonomia e valutazione per obiettivi e risultati, così da consentire di valutare i risultati delle persone in Smart Working, favorendone allo stesso tempo l’empowerment e la crescita professionale.
  • Flexibility: capacità di promuovere e gestire l’organizzazione delle attività lavorative in modo flessibile e adattativo per bilanciare esigenze personali e aziendali. Il manager deve sviluppare l’attitudine alla gestione e promozione della flessibilità con le proprie persone, porre attenzione alla programmazione delle attività, dare il “buon esempio” in prima persona e bilanciare opportunamente le esigenze di business con quelle dei collaboratori.
  • Virtuality: capacità di bilanciare l’utilizzo di tecnologie digitali e altre modalità di interazione, scegliendo di volta in volta il metodo e gli strumenti più

    efficaci rispetto agli obiettivi e ai task da svolgere. Smart Working significa ampliare le possibilità di scelta degli strumenti e dei canali di comunicazione e coordinamento con le persone; questa “nuova libertà” deve essere guidata e promossa dai capi in modo consapevole e coerente dando la possibilità ai collaboratori di organizzarsi in base alle proprie esigenze e di scegliere la modalità più opportuna per interagire, incentivando un utilizzo congiunto e bilanciato di tecnologia e incontri di persona.

Emanuele Madini è un innovatore digitale che da anni accompagna le aziende nel percorso di ripensamento del modello organizzativo e digitale. In P4I – Partners4Innovation guida la Practice sullo “Smart Working & Workplace Innovation” e supporta imprese e PA nello sviluppo di modelli di lavoro innovativi, finalizzati a migliorare la produttività, l’efficacia prestazionale e il livello di coinvolgimento delle persone.

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