Nuove competenze

Fondo Nuove Competenze, un’opportunità per la formazione digitale in azienda

La pandemia ha modificato profondamente il modo in cui le persone lavorano. Si tratta di cambiamenti destinati a durare ben oltre l’emergenza e che quindi richiedono una riqualificazione dei lavoratori su larga scala. A sostenere le imprese nel processo di acquisizione di nuove competenze digitali due azioni del nostro Governo: il Fondo Nuove Competenze e il credito d’imposta formazione 4.0, ecco di cosa si tratta

Pubblicato il 10 Mag 2021

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Il Fondo Nuove Competenze e il credito d’imposta formazione 4.0 rappresentano un’opportunità per sviluppare e migliorare le competenze digitali all’interno delle aziende, una strada obbligata per non perdere di competitività lasciandosi travolgere passivamente dalla digital transformation sempre più incalzante.

Già prima della pandemia, infatti, era emersa l’esigenza di aggiornare le competenze dei lavoratori indirizzandole verso modalità sempre più connesse. Basti pensare che nell’ultima edizione del Digital Economy and Society Index (DESI), il report annuale della Commissione Europea che misura l’indice di digitalizzazione dell’economia e della società dei 28 Stati membri dell’Ue, nella classifica generale l’Italia si è piazzata in 25esima posizione davanti solo a Romania, Grecia e Bulgaria, e addirittura 28esima, ovvero all’ultimo posto in tutta Europa, per quanto riguarda specificatamente l’Human Capital/Digital skill necessario alla trasformazione digitale.

Proprio però per via degli accadimenti legati all’emergenza coronavirus, l’esigenza di una forza lavoro tecnologicamente preparata si è fatta avanti con ancora maggior urgenza: remote working, e-commerce, e-health, e-government, e-learning, la digitalizzazione ha invaso prepotentemente ogni settore rivoluzionando le nostre abitudini. E ancora siamo solo all’inizio, allungando l’occhio verso il prossimo futuro possiamo già scorgere l’effetto rivoluzionario di tecnologie quali 5G, cloud, IoT, Intelligenza Artificiale e realtà aumentata.

I finanziamenti per la formazione digitale alle aziende

In un mercato ormai globalizzato e mai come adesso fortemente competitivo come possono dunque le aziende non perdere la propria leadership e trasformare gli ostacoli in opportunità?

La risposta è semplice: puntare sulla formazione dei dipendenti, considerando anche che, secondo una ricerca condotta da Josh Bersin, uno dei massimi esperti in ambito HR, “può costare fino a sei volte di più assumere dall’esterno che sviluppare competenze dall’interno“.

Tramite percorsi formativi mirati le aziende possono oggi colmare il gap di competenze digitali anche in tempi abbastanza brevi sviluppando non solo digital hard skill per agire operativamente sui nuovi strumenti tecnologici, ma anche digital soft skill, ovvero quell’insieme di capacità necessarie per approcciare il cambiamento senza timore e con consapevolezza. A tal scopo il Governo italiano ha messo in campo due azioni di supporto per le aziende che intendono riqualificare la propria forza lavoro dotandola di competenze atte ad affrontare la sfida digitale, stiamo parlando del Fondo Nuove Competenze (FNC) e del credito d’imposta formazione 4.0.

Fondo Nuove Competenze: un sostegno alle aziende per la formazione dei dipendenti

Istituito presso l’Agenzia Nazionale Politiche Attive del Lavoro (Anpal) con l’art. 88, comma 1 del Decreto Rilancio (D.L. n. 34/2020) per rispondere alla crisi scatenata dal Covid-19, il Fondo Nuove Competenze, con in dotazione 750 milioni di euro allocati tra il 2020 e il 2021, consente alle imprese private di riqualificare i propri dipendenti destinando “per mutate esigenze organizzative e produttive dell’impresa” parte delle ore di lavoro alla formazione per un massimo di 250 ore per ogni lavoratore. Lo stipendio relativo alle ore di formazione è a carico del fondo.

Questa formula prevista dal Fondo Nuove Competenze ha un doppio vantaggio per le aziende: permette di accrescere il livello di competenze dei lavoratori che, ricevendo ugualmente lo stipendio, possono dedicarsi all’apprendimento di nuove nozioni piuttosto che rimanere inattivi e al tempo stesso consente di alleggerire il carico ore da retribuire senza dover attingere alla cassa integrazione. L’Inps attraverso l’Anpal coprirà le ore dedicate alla formazione mediante un meccanismo di anticipo e saldo: il 70% del totale all’inizio e il 30% alla fine del pecoroso formativo ed attestato il raggiungimento degli esiti previsti in termini di competenze. Va sottolineato che l’Anpal sostiene i costi del lavoro e non quelli della formazione (docenti, progettazione, aule, ecc.).

Originariamente definito al 31 dicembre 2020, il termine ultimo per la sottoscrizione degli accordi collettivi necessari per la rimodulazione dell’orario di lavoro e la presentazione delle domande di contributo ad Anpal è stato prorogato al 30 giugno 2021.

Fondo Nuove Competenze, un’iniziativa di successo

Che il Fondo Nuove Competenze sia uno strumento molto valido per sostenere le aziende nel cercare di colmare lo skill gap al loro interno e prepararle alle sfide che il mercato globale impone è confermato dal livello di adesione. Già da inizio maggio, infatti, ovvero in cinque mesi dall’inizio dell’intervento, secondo i dati ufficiali Anpal, risultavano essere 2.751 le aziende con piani approvati e 243mila i lavoratori coinvolti in percorsi di formazione, per 24 milioni di ore.

Il credito d’imposta formazione 4.0: priorità alle nuove competenze digitali

Specificatamente dedicato all’acquisizione di competenze digitali, parte del Piano Nazionale Transizione 4.0, il credito d’imposta formazione 4.0 punta a supportare la spesa nella formazione del personale dipendente riducendo il gap di competenze sulle tecnologie. L’attività formativa, pattuita attraverso contratti collettivi aziendali o territoriali, deve infatti interessare uno o più dei seguenti ambiti aziendali: vendita, marketing, informatica, tecniche e tecnologie di produzione.

Nel dettaglio le tematiche che andranno affrontate sono: big data e analisi dei dati, cloud e fog computing, cyber security, simulazione e sistemi cyber-fisici, prototipazione rapida, sistemi di visualizzazione e realtà virtuale (RV) e realtà aumentata (RA), robotica avanzata e collaborativa interfaccia uomo macchina, manifattura additiva (o stampa tridimensionale), internet delle cose e delle macchine, integrazione digitale dei processi aziendali.

Rivolto a tutti i soggetti titolari di reddito d’impresa, il credito d’imposta si risolve in un incentivo che può raggiungere anche il 50% sulle spese relative ai costi del personale (costo del lavoro) impegnato in corsi di formazione. Il credito d’imposta può essere fruito dalle imprese fino ad un credito massimo di 300.000 euro per corsi di formazione su tecnologie abilitanti il processo di trasformazione delle imprese previsto dal Piano Nazionale Transizione 4.0.

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Digital360, un partner per la formazione finanziata

La digitalizzazione ha modificato enormemente anche il modo di fare formazione: oggi il corso in aula è solo una delle diverse opzioni per poter apprendere nuove nozioni e testare le proprie conoscenze. Parallelamente con la diffusione dei dispositivi tecnologici (stando all’analisi di Gartner nel 2021 il numero dei device − PC laptop, PC desktop, tablet e telefoni cellulari − in uso a livello globale raggiungerà i 6,2 miliardi di unità) sono state sviluppate modalità di apprendimento a distanza non solo più interattive ma anche modulabili sulla base delle esigenze del corsista.

E se nella ricerca pubblicata da Global Marketing Insights lo scorso maggio, quindi basata su dati relativi al 2019, si prevedeva che nel 2026 il mercato dell’e-learning avrebbe raggiunto a livello mondiale i 350 miliardi di dollari, c’è da credere che, dopo l’esperienza acquisita durante la pandemia con i metodi di formazione online, la cifra sia destinata ragionevolmente ad aumentare.

Diversi sono infatti i vantaggi dell’e-learning, due tra tutti: le persone memorizzano il 25-60% in più quando imparano online rispetto a solo l’8-10% di ciò che apprendono in un’aula, questo principalmente grazie al fatto che online le nozioni sono comunicate in maniera più rapida ed essenziale focalizzandosi immediatamente sui concetti principali; l’e-learning richiede il 40-60% di tempo in meno per l’apprendimento rispetto a un corso in aula tradizionale perché i partecipanti all’attività formativa possono imparare assecondando il proprio ritmo, rivedendo, saltando o accelerando i concetti a loro piacimento.

Proprio sul microlearning – una delle tendenze emergenti del settore della formazione online insieme a mobile learning, social learning e massive open online course (MOOC) – è modulata la piattaforma digitale 360DigitalSkill nata dall’esperienza di Digital360 nell’accompagnare aziende e pubblica amministrazione verso la maturità digitale.

La piattaforma per la formazione a distanza 360DigitalSkill si pone l’obiettivo di portare l’alfabetizzazione digitale all’interno delle aziende. Data culture, culture of innovation, digital soft skill, digital compliance, digital marketing and sales sono alcuni dei macro temi sui quali si articolano le serie di pillole video, ma anche live session e webinar di approfondimento, web-based e pertanto facilmente fruibili dai propri device.

«Sebbene in tempi di crisi si pensa alla formazione come al primo investimento al quale poter rinunciare, è invece proprio in questo momento che c’è bisogno di fare un passo in più verso la crescita delle competenze della propria forza lavoro per prepararsi ad una ripartenza in grado di rilanciare l’impresa sul mercato in modo competitivo», ha affermato Angela Malanchini, Manager di P4I – Partners4Innovation e Responsabile della piattaforma 360DigitalSkill.

«Per i temi trattati, la qualità dei contenuti, la semplicità di fruizione in autonomia (anche dunque durante l’orario di lavoro) e finanche la possibilità di monitoraggio sullo stato di avanzamento del percorso formativo, 360DigitalSkill si configura come un partner qualificato per quelle aziende che decidono di sviluppare al proprio interno competenze digitali usufruendo del sostegno pubblico per la formazione finanziata».

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