Gender gap

L’empowerment delle donne 4.0, tra Intelligenza Artificiale e Intelligenza Emotiva

Per non subire passivamente l’avanzare del “nuovo” mondo tecnologico ed essere protagoniste del cambiamento e creatrici del futuro, le donne devono acquisire competenze digitali, ma anche consapevolezza di sé e del fatto che la quarta rivoluzione industriale richiede soprattutto un nuovo approccio al lavoro

Pubblicato il 08 Mar 2019

Darya Majidi

Darya Majidi. Ceo Daxo Group,Ceo incubatore Daxolab, Autrice libro “Donne 4.0”

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Cosa riserverà il futuro alle donne? La riduzione del gender gap sarà favorita dalle tecnologie o l’automazione e l’informatizzazione della quarta rivoluzione industriale relegheranno ancor di più le donne a lavori di basso profilo? Di quali skills dobbiamo dotarci noi donne per non subire passivamente il nuovo mondo tecnologico che avanza? Come essere protagoniste del cambiamento e creatrici del futuro?

Queste sono domande che le giovani donne si dovrebbero porre, ma che in realtà in poche si fanno.

Sono poche le donne che in Italia sognano di raggiungere traguardi professionali ambiziosi e che sono attualmente ai vertici di aziende tecnologiche, ai tavoli che contano. Tuttora la presenza femminile nelle aziende high tech è quasi assente. Ho partecipato personalmente pochi giorni fa a una riunione plenaria dell’area commerciale di una grande azienda informatica: su 54 presenti solo 2 erano donne.

A oggi solo il 14% degli addetti delle aziende informatiche italiane è di genere femminile e pochissime hanno ruoli direzionali. Inoltre poche giovani donne scelgono di intraprendere un percorso di studio che le porti ad avere una laurea in informatica e ingegneria, impostando la propria carriera professionale, e ancora c’è scarsa consapevolezza del Digital Mismatch (divario tra le competenze possedute dai lavoratori e quelle richieste oggi nel mondo del lavoro) esistente. Per questo motivo molte donne non investono in modo corretto nella propria formazione.

L’anno scorso, insieme a professioniste e imprenditrici d’eccellenza, abbiamo deciso di affrontare questi temi dando vita alla prima edizione del percorso formativo “Empowerment delle Donne per l’Industria 4.0”, pensato dalle donne per le donne per gestire la sfida chiamata Industria 4.0. Come ben evidenziato dai report di UN women (il report gender gap del World Economic Forum e del Fondo Internazionale Monetario), l’empowerment delle donne è determinante per ridurre le disuguaglianze di genere con importanti vantaggi non solo sociali, ma anche economici. Così manager, professioniste e imprenditrici si sono confrontate attivamente nel processo di sviluppo della consapevolezza di sé, nell’acquisizione di competenze, conoscenze e strumenti utili di cui dotarsi, per affrontare le sfide di un mondo sempre più complesso, coscienti che la quarta rivoluzione industriale richiede soprattutto un nuovo approccio al lavoro, oltre che lo sviluppo di nuove competenze tecnologiche.

L’esperienza positiva ci ha spinti a organizzare quest’anno la seconda edizione del corso (Livorno, 18 e il 19 marzo) patrocinata da Confindustria Digitale, con focus sui temi legati all’Intelligenza Artificiale e all’Intelligenza Emotiva, due mondi apparentemente lontani ma in realtà estremamente vicini e interconnessi già oggi nel nostro quotidiano. L’Intelligenza Artificiale è ormai presente in molti sistemi che usiamo, ma i dati dimostrano che lo sviluppo di questi algoritmi è prevalentemente in mano maschile. Da vari studi emerge che la tecnologia non è neutra e che sistemi creati da uomini possono avere dei bias di genere che vanno colmati al più presto. Noi donne dobbiamo essere più consapevoli del fatto che queste tecnologie stanno plasmando il mondo e non possiamo abdicare e delegare questa grande responsabilità solo agli uomini. L’Intelligenza Emotiva, competenza considerata tipicamente femminile, ma finalmente riconosciuta anche dal Word Economic Forum come skill manageriale, deve essere utilizzata dalle donne con un approccio metodico ed efficace.

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