Lavoro digitale

Workplace 4.0: come e perché il digitale cambia il concetto di postazione di lavoro

Con il diffondersi delle tecnologie non è più il luogo a costituire un prerequisito fondamentale del lavoro: grazie a smartphone e tablet oggi è possibile svolgere le attività indipendentemente dal perimetro fisico dell’organizzazione. Cresce così la responsabilizzazione del lavoratore rispetto a compiti e obiettivi, con effetti positivi sulla produttività

Pubblicato il 28 Feb 2018

Laura Zanotti

workplace-4.0-digitale.gif

Workplace significa posto di lavoro. L’accezione fa riferimento a quella trasformazione profonda del mondo del lavoro caratterizzata da una nuova flessibilità portata dalle tecnologie digitali. Il concetto rappresenta l’evoluzione di quelle PDL (Postazioni di Lavoro) che, tipicamente, avevano come sede d’elezione l’ufficio. Oggi la produttività individuale è sempre più legata a quella aziendale. Il perché è noto: dall’arrivo dei personal computer prima e di Internet poi, a cui hanno fatto seguito le tecnologie mobili associate a smartphone, tablet e tutto l’ecosistema delle app nonché le tecnologie as a service legate al cloud. Il digitale ha portato a un cambiamento nei modi, nei tempi e nei luoghi del lavoro. Dal workplace 1.0 al workplace 4.0, la storia ci racconta cosa è cambiato e perché.

Workplace: non è più questione di ubicazione ma di equipaggiamento

Oggi per lavorare (cioè per scrivere, telefonare, inviare e ricevere la posta, condividere informazioni, documenti e messaggi, fare riunioni, portare avanti progetti, programmi o processi) ognuno utilizza una pluralità di applicazioni e di dispositivi. Questo in maniera sempre più indipendente da dove ci si trovi a lavorare: anche se si chiama workplace, infatti, non è più il luogo a costituire un prerequisito fondamentale del lavoro. L’abilitatore è l’equipaggiamento tecnologico (hardware e software): per questo il digital workplace impone alle imprese di impostare nuovi criteri di gestione delle identità e degli accessi, per abilitare una comunicazione che avviene in modo sempre più indipendente dal perimetro fisico dell’organizzazione. Le PDL richiedono una dotazione software che può essere configurata e distribuita in modo diverso a seconda della profilazione degli utenti: dipendenti, collaboratori, partner, dirigenti, clienti e via dicendo. Gli spazi dell’ufficio di conseguenza mutano per conformarsi alle nuove esigenze, aiutando le aziende a fare affari in un’era fatta di servizi e applicazioni che aiutano i lavoratori a operare in una dimensione bimodale, fisica e digitale.

Evoluzione del workplace: dall’1.0 alla 4.0

La Unified Communication & Collaboration, ovvero tutto l’insieme di soluzioni e piattaforme per la comunicazione, lo scambio, la sincronizzazione e l’archiviazione delle informazioni, è un capitale digitale che, grazie anche all’evoluzione della Internet of Things e del machine learning, sta influenzando i modi e i tempi del lavoro. Vediamo, in sintesi, la cronistoria dello sviluppo.

workplace 1.0

Nell’era 1.0 il lavoro d’ufficio aveva una dotazione di base che prevedeva l’uso di una sedia, di una scrivania, di un telefono fisso e una macchina da scrivere. Lo spazio includeva armadi in cui riporre tutta la documentazione cartacea relativa alla corrispondenza, ai contratti, agli ordini, ai progetti e, in generale, a tutta la burocrazia amministrativa dell’azienda.

workplace 2.0

Nell’era 2.0 negli uffici arrivano i primi computer. La dotazione base di una postazione di lavoro è costituita da uno schermo, una tastiera e un mouse sulla scrivania e, sotto il pianale, il computer. Le comunicazioni, oltre al telefono fisso comprendono spesso una stampante e un fax. In affiancamento al mondo analogico arriva il mondo digitale.

workplace 3.0

Nell’era 3.0 arriva Internet che cambia profondamente le modalità di comunicazione all’interno e all’esterno delle aziende. Le postazioni di lavoro sposano le logiche client/server: i computer si fanno più snelli mentre la digitalizzazione delle informazioni e dei servizi favorisce nuovi modelli di scambio e di relazione. Le stampanti, diventando multifunzione, vengono condivise da più postazioni contemporaneamente.

workplace 4.0

Nell’era 4.0 il workplace capitalizza il meglio dell’evoluzione digitale: IoT, Cloud, tecnologie mobile, smart signage e tecnologie touchscreen, intelligenza artificiale e machine learning. La qualità e la varietà della comunicazione promuove livelli di condivisione e di collaborazione che permettono di gestire le informazioni strutturate e destrutturate utilizzando diversi punti di accesso e di contatto. Non sono più solo i pc e i dispositivi mobili a permettere di lavorare: nelle sale riunioni gli oggetti rispondono alle esigenze dei dipendenti. E così che le sale riunioni, oltre ai sistemi di videocomunicazione tradizionali, si popolano di tavoli, lavagne e flipboard intelligenti. Le soluzioni più avanzate, oltre a gestire il multitouch, integrano tecnologie di riconoscimento vocale che permettono di dettare appunti tradotti in tempo reale nella lingua degli interlocutori coinvolti nella riunione. Tabelle e schizzi sono perfezionati in automatico da software di modellizzazione che rendono accattivanti anche i layout più approssimati. Insomma: il lavoratore è al centro di una profonda trasformazione digitale, progettata per consentire alla conoscenza destrutturata di essere messa a sistema, migliorando la qualità e la quantità di informazioni condivise.

«Oggi le tecnologie supportano la collaborazione, la socialità e l’accessibilità delle informazioni, permettendo alle persone di lavorare in modo efficace a distanza e all’esterno della sede dell’azienda: oltre a supportare e abilitare nuove modalità di lavoro, permettono di ridurre la sensazione di isolamento delle persone oltre che tempi e costi di trasferta. In tale ambito rientrano unified communication & collaboration, mobile business apps, social computing, virtual desktop infrastructure e, in senso più ampio, il cloud computing» – racconta Emanuele Madini, Associate Partner di P4I-Partners4Innovation.

Workplace 4.0, si parte da qui per arrivare allo Smart Working

Le tecnologie digitali hanno portato a una progressiva frammentazione dell’organizzazione aziendale, introducendo nuovi modelli, nuove logiche e nuove policy organizzative. Dagli uffici gerarchici e ad alveare tradizionali che, di fatto, soffocavano la collaborazione, oggi la cultura aziendale è profondamente cambiata anche grazie al fatto che i lavoratori sono sempre più sensibili e aperti all’uso delle tecnologie, ma anche a dimensioni di socializzazione alternative.

«Trainata dai consumatori, la digital trasformation delle aziende è un processo in atto da tempo – ha spiegato Stefano Mainetti, Responsabile Scientifico dell’Osservatorio Enterprise Application Governance del Politecnico di Milano -. Bisogna considerare che, fino all’arrivo dei millennials, i dipendenti usavano la tecnologia se spronati dall’azienda, che sceglieva le soluzioni e faceva formazione. Non solo: il lavoro era organizzato in silos e ogni ufficio gestiva le proprie attività in modo indipendente, con una logica ad alveare e una gerarchia intrinseca. Nel tempo, questi e altri retaggi organizzativi sono stati messi in discussione perché non corrispondono più a quello che sta succedendo e non rispondono più alle esigenze di business».

Di fatto, l’apertura delle organizzazioni allo Smart Working non sarebbe concepibile senza l’evoluzione del workplace. La chiave di volta? Cambiare il modo di concepire la fruizione del tempo e dello spazio per favorire nuovi modelli di lavoro più efficaci ed efficienti. Gli uffici del futuro, insomma, cambieranno dimensioni spaziali e temporali per supportare una produttività scandita da una forte responsabilizzazione del lavoratore rispetto a compiti e obiettivi. Con una rinnovata attenzione al tema della sicurezza da parte di chi deve gestire la governance di dati, applicazioni ed endpoint.

Valuta la qualità di questo articolo

La tua opinione è importante per noi!

Test clone Speciale PNRR

Tutti
Analisi
Fondi
PA
Formazione
Ecologia
Digital Economy
Next Generation EU
PNRR, a che punto siamo e cosa possono aspettarsi le aziende private
Incentivi
Operativo il nuovo portale del MISE con tutti i finanziamenti per le imprese
Servizi comunali
Il PNRR occasione unica per i Comuni digitali: strumenti e risorse per enti e cittadini
Healthcare data platform
PNRR dalla teoria alla pratica: tecnologie e soluzioni per l’innovazione in Sanità
Skill
Competenze digitali, partono le Reti di facilitazione
Gli obiettivi
Scuola 4.0, PNRR ultima chance: ecco come cambierà il sistema formativo
Sistema Paese
PNRR 2, è il turno della space economy
FORUM PA 2022
FORUM PA 2022: la maturità digitale dei comuni italiani rispetto al PNRR
Analisi
PNRR: dalla Ricerca all’impresa, una sfida da cogliere insieme
INNOVAZIONE
Pnrr, il Dipartimento per la Trasformazione digitale si riorganizza
FORUM PA 2022
PA verde e sostenibile: il ruolo di PNRR, PNIEC, energy management e green public procurement
Analisi
PNRR, Comuni e digitalizzazione: tutto su fondi e opportunità, in meno di 3 minuti. Guarda il video!
Rapporti
Competenze digitali e servizi automatizzati pilastri del piano Inps
Analisi
Attuazione del PNRR: il dialogo necessario tra istituzioni e società civile. Rivedi lo Scenario di FORUM PA 2022
Progetti
Pnrr, fondi per il Politecnico di Torino. Fra i progetti anche IS4Aerospace
Analisi
PNRR, Colao fa il punto sulla transizione digitale dell’Italia: «In linea con tutte le scadenze»
Analisi
Ict, Istat “riclassifica” i professionisti. Via anche al catalogo dati sul Pnrr
Analisi
Spazio, Colao fa il punto sul Pnrr: i progetti verso la milestone 2023
FORUMPA 2022
Ecosistema territoriale sostenibile: l’Emilia Romagna tra FESR e PNRR
Il Piano
Innovazione, il Mise “centra” gli obiettivi Pnrr: attivati 17,5 miliardi
Analisi
PNRR: raggiunti gli obiettivi per il primo semestre 2022. Il punto e qualche riflessione
Analisi
PNRR: dal dialogo tra PA e società civile passa il corretto monitoraggio dei risultati, tra collaborazione e identità dei luoghi
Webinar
Comuni e PNRR: un focus sui bandi attivi o in pubblicazione
Analisi
Formazione 4.0: cos’è e come funziona il credito d’imposta
PA e sicurezza
PA e sicurezza informatica: il ruolo dei territori di fronte alle sfide della digitalizzazione
PA DIGITALE
PNRR e servizi pubblici digitali: sfide e opportunità per Comuni e Città metropolitane
Water management
Water management in Italia: verso una transizione “smart” e “circular” 
Le risorse
Transizione digitale, Simest apre i fondi Pnrr alle medie imprese
Prospettive
Key trends per data center in tutto il 2022
Analisi
Smart City: quale contributo alla transizione ecologica
Decarbonizzazione
Idrogeno verde, 450 milioni € di investimenti PNRR, Cingolani firma
Unioncamere
PNRR, imprese in ritardo: ecco come le Camere di commercio possono aiutare
I Fondi
Industria 4.0: solo un’impresa su tre pronta a salire sul treno Pnrr
Next Generation EU
PNRR, a che punto siamo e cosa possono aspettarsi le aziende private
Incentivi
Operativo il nuovo portale del MISE con tutti i finanziamenti per le imprese
Servizi comunali
Il PNRR occasione unica per i Comuni digitali: strumenti e risorse per enti e cittadini
Healthcare data platform
PNRR dalla teoria alla pratica: tecnologie e soluzioni per l’innovazione in Sanità
Skill
Competenze digitali, partono le Reti di facilitazione
Gli obiettivi
Scuola 4.0, PNRR ultima chance: ecco come cambierà il sistema formativo
Sistema Paese
PNRR 2, è il turno della space economy
FORUM PA 2022
FORUM PA 2022: la maturità digitale dei comuni italiani rispetto al PNRR
Analisi
PNRR: dalla Ricerca all’impresa, una sfida da cogliere insieme
INNOVAZIONE
Pnrr, il Dipartimento per la Trasformazione digitale si riorganizza
FORUM PA 2022
PA verde e sostenibile: il ruolo di PNRR, PNIEC, energy management e green public procurement
Analisi
PNRR, Comuni e digitalizzazione: tutto su fondi e opportunità, in meno di 3 minuti. Guarda il video!
Rapporti
Competenze digitali e servizi automatizzati pilastri del piano Inps
Analisi
Attuazione del PNRR: il dialogo necessario tra istituzioni e società civile. Rivedi lo Scenario di FORUM PA 2022
Progetti
Pnrr, fondi per il Politecnico di Torino. Fra i progetti anche IS4Aerospace
Analisi
PNRR, Colao fa il punto sulla transizione digitale dell’Italia: «In linea con tutte le scadenze»
Analisi
Ict, Istat “riclassifica” i professionisti. Via anche al catalogo dati sul Pnrr
Analisi
Spazio, Colao fa il punto sul Pnrr: i progetti verso la milestone 2023
FORUMPA 2022
Ecosistema territoriale sostenibile: l’Emilia Romagna tra FESR e PNRR
Il Piano
Innovazione, il Mise “centra” gli obiettivi Pnrr: attivati 17,5 miliardi
Analisi
PNRR: raggiunti gli obiettivi per il primo semestre 2022. Il punto e qualche riflessione
Analisi
PNRR: dal dialogo tra PA e società civile passa il corretto monitoraggio dei risultati, tra collaborazione e identità dei luoghi
Webinar
Comuni e PNRR: un focus sui bandi attivi o in pubblicazione
Analisi
Formazione 4.0: cos’è e come funziona il credito d’imposta
PA e sicurezza
PA e sicurezza informatica: il ruolo dei territori di fronte alle sfide della digitalizzazione
PA DIGITALE
PNRR e servizi pubblici digitali: sfide e opportunità per Comuni e Città metropolitane
Water management
Water management in Italia: verso una transizione “smart” e “circular” 
Le risorse
Transizione digitale, Simest apre i fondi Pnrr alle medie imprese
Prospettive
Key trends per data center in tutto il 2022
Analisi
Smart City: quale contributo alla transizione ecologica
Decarbonizzazione
Idrogeno verde, 450 milioni € di investimenti PNRR, Cingolani firma
Unioncamere
PNRR, imprese in ritardo: ecco come le Camere di commercio possono aiutare
I Fondi
Industria 4.0: solo un’impresa su tre pronta a salire sul treno Pnrr

Articoli correlati