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Una piattaforma di collaborazione innovativa per rendere le aziende flessibili e smart

Orchestrare dati, documenti e processi in ottica collaborativa: ecco come Jamio di Openwork fonde gli approcci model driven e no-code per un Business Process Management intuitivo, senza competenze di programmazione. Le imprese non solo risparmiano risorse e investimenti, ma riducono anche i rischi sul piano implementativo

Pubblicato il 13 Lug 2022

Domenico Aliperto

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Una piattaforma di collaborazione è essenziale per una smart company, quell’organizzazione che riesce a evolversi in maniera flessibile facendo convergere gli obiettivi di business e le esigenze delle persone. Che si tratti di clienti, partner o collaboratori, c’è sempre meno differenza tra i diversi attori rispetto alla capacità dell’azienda di generare valore: sono gli stakeholder dell’impresa, senza distinzioni in termini di ruolo, il punto focale di qualsiasi processo ed è pensando a loro, alle loro necessità e alla loro user experience che bisogna costruire soluzioni, funzioni e procedure.

Una nuova prospettiva per il Business Process Management

Il Business Process Management (BPM) acquisisce in quest’ottica una rilevanza strategica: la dimensione digitale cessa di essere una mera potenzialità tecnologica legata alla dematerializzazione dei task, e si trasforma in una nuova opportunità per progettare, implementare e modificare nel tempo processi fluidi e collaborativi, che mettano sullo stesso piano performance, risultati ed esperienza d’uso.

Secondo l’edizione 2021 del Report Assintel, del resto, il 65% delle organizzazioni italiane ha l’obiettivo di efficientare i processi e ridurre i costi sfruttando la trasformazione digitale per innovare prodotti e servizi. Ma gli strumenti necessari per ideare, sviluppare e monitorare processi digitali non sono alla portata di tutte le imprese. Al di là della mancanza – ormai frequente – di competenze informatiche per avviare e gestire in maniera corretta questa metamorfosi, c’è un ulteriore elemento di complessità.

A differenza dei grandi balzi tecnologici del passato, infatti, non basterà più far evolvere conoscenze, strumenti e prassi per approdare a un nuovo stadio evolutivo caratterizzato da una relativa stabilità. Una volta innescata, la digitalizzazione comporta un cambiamento continuo, rispetto al quale una moltitudine di piccoli e grandi interventi di fine tuning determineranno l’integrazione profonda, in chiave end-to-end, della catena del valore attraverso i processi che la compongono.

L’approccio no-code di Openwork: il BPM di Jamio

È proprio per rispondere a questa sfida che l’azienda italiana Openwork, independent software vendor di tecnologie per il workflow management, ha creato Jamio, piattaforma di collaborazione no-code concepita per aiutare qualsiasi tipo di impresa a orchestrare dati, documenti e processi in ottica collaborativa.

Jamio adopera linguaggi visivi, modelli concettuali e organizzativi in sostituzione del codice di programmazione. I process owner di molte grandi organizzazioni – in particolare nei settori energy & utility, bancario, amministrativo, assicurativo, sanitario ed edile – utilizzano già la soluzione per creare e gestire procedure anche avanzate senza conoscere i linguaggi di programmazione, adoperando rappresentazioni grafiche (flow chart), modelli concettuali, organizzativi e regole di business.

Il nome della piattaforma di collaborazione, del resto, la dice lunga sull’ambizione che aveva Openwork nel momento in cui l’ha immaginata: Jamio deriva da “jam session”, espressione che nella migliore tradizione jazz evoca una riunione di musicisti che si ritrovano per suonare senza uno spartito concordato e, spesso, anche su temi sconosciuti. La soluzione, quindi, doveva essere tanto flessibile quanto capace di armonizzare ogni singolo processo aziendale, nativo o esogeno, garantendo a chi lo fruisce la stessa apparente semplicità con cui i musicisti trovano la sintonia in una “jam session”.

Man mano che know-how e portfolio clienti sono cresciuti nel tempo e sui mercati internazionali, Openwork è passata a progettare le proprie soluzioni in versioni web-based e mobile, facendo evolvere la proposition da prodotto a servizio, e rendendo Jamio disponibile in licenza e in cloud. In qualità di unico produttore e proprietario della piattaforma di collaborazione, Openwork è in grado di integrare ab origine una serie di moduli per agevolare la gestione e l’organizzazione delle informazioni aziendali in funzione del verticale in cui è chiamata a operare l’azienda.

Accompagnare la Digital Transformation del business

«Abbiamo messo al servizio delle imprese una serie di strumenti e servizi evoluti che permettono di fare a meno di skill specialistiche nell’ambito della programmazione in chiave BPM. Si tratta di attività che sull’onda della Digital Transformation implicheranno con sempre maggiore frequenza interventi di riorganizzazione. I processi andranno ridisegnati costantemente, seguendo i nuovi modelli di business e supportando le esigenze dei collaboratori e dei clienti», spiega Salvatore Latronico, Presidente e Ceo di Openwork.

«Avere un set di soluzioni che consentono di modellare i processi tenendo conto delle persone, dei sistemi e degli endpoint su cui si innesta l’operatività aziendale e facendoli collaborare in maniera precodificata diventa essenziale per realizzare gli obiettivi di business».

Latronico sottolinea che garantendo compliance, sicurezza, resilienza, velocità e scalabilità agli owner di processo, Jamio permette di creare applicazioni di Business Process Management in tempi record facendo convergere gli approcci model-driven e no-code all’interno di schemi intuitivi. Le aziende possono così risparmiare risorse e investimenti riducendo inoltre i rischi sul piano implementativo. «Siamo consapevoli che per molte organizzazioni la Digital Transformation è estremamente complessa, ed è per questo che abbiamo ideato una suite personalizzabile, in grado di adattarsi alle applicazioni già in uso.

«In altre parole», continua Latronico, «per merito del cloud Jamio permette di aggiungere in maniera illimitata soluzioni alla piattaforma e fa evolvere l’ecosistema aziendale insieme al business, abbattendo i tempi di delivery e ottimizzando i costi di implementazione e gestione grazie all’accesso al servizio vincolato a un unico abbonamento. Il tutto», chiosa il Ceo di Openwork, «si impernia sull’infrastruttura di Microsoft Azure, che con quattro certificazioni ISO per la cloud security e per la tutela della privacy è tra le più performanti e sicure al mondo».

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