E chissà se Steve Jobs spronando i giovani a essere curiosi e coraggiosi superando gli schemi con la sua citazione celebre “Stay hungry. Stay foolish” avrebbe mai potuto immaginare che questa esortazione, a distanza di qualche anno, sarebbe calzata perfettamente anche a chi sta dall’altra parte della barricata: i recruiter. Chi si occupa di Risorse Umane oggi sa bene quanta “fame” di competenze digitali ci sia nel mercato del lavoro. Serve, dunque, una nuova strategia di azione, un approccio originale che permetta di superare lo skill gap creando squadre di talenti digitali pronti ad abbracciare gli obiettivi aziendali, che devono essere condotti sui binari dell’innovazione.
Who's Who
Agnese Bottaro
Enterprise Transformation Consultant per l'Italia CoachHub
Who's Who
Alessandro Ballerio
Secondo il World Economic Forum, entro il 2025 l’uso diffuso delle tecnologie avanzate potrebbe far sparire 85 milioni di posti di lavoro ormai inadatti e, contemporaneamente, dare vita a 97 milioni di posti adeguati al nuovo contesto. Sebbene dallo scoppiare della pandemia siano stati compiuti immensi passi avanti nel processo di digitalizzazione, tuttavia colmare le lacune delle competenze digitali richiederà ancora del tempo. Basta pensare che, stando a quanto rilevato dal DESI 2022, solo il 54% degli europei di età compresa tra i 16 e i 74 anni possiede almeno le competenze digitali di base e, con i circa 9 milioni di specialisti IT registrati nel 2021 nell’UE (0,8 in Italia), si è ancora molto lontani dal raggiungere l’obiettivo dei 20 milioni di operatori specializzati entro il 2030 necessari per rispondere alle esigenze delle imprese. Ma se l’esperienza è quella che manca, si può però puntare sul potenziale, soprattutto in considerazione del fatto che la tecnologia sta vivendo un’evoluzione talmente rapida che competenze tecniche acquisite appena qualche anno fa potrebbero essere già obsolete per governare i sistemi informatici di oggi.
Who's Who
Alessandra Colombo